Come da richiesta nel commento... da una email del 16 maggio 2007 (con rivisitazione.)
"Notte tomultuosa, sia per il jet lag, che per l'attacco d'asma dato forse dalla presenza di muffe cinesi.
Gli odori, dolciastri e acri di cibo cotto, immancabili, penetranti, che sono di corollario al mio risveglio, hanno ormai preso il sopravvento, infatti mi sto già abituando. Non essendo snob e chiuso a nuove esperienze devo dire che le 'specialita' del luogo' non sono cosi' male, basta non pensare a come sono state cucinate. Banchetti di cibi cotti e crudi sul ciglio della strada, caratterizzano la via dal nome impronunciabile dove sono temporaneamente domiciliato.
Qui il sole credo sia alto, la coltre nuvolosa, presente in questa località vicino Pechino, è generata da un irresponsabile crescita economica del settore industriale. Ottimizzazione del profitto con manodopera a basso costo con dispendio di risorse fossili indicibile.
Sembra di vedere quelle illustrazioni del 1800 - 1900 della prima e seconda rivoluzione industriale avvenuta in Inghilterra. Anche qui l'effetto serra sara' sicuramente devastante. Il cielo è rosso con tonalita' di un inquietante grigio in alcune parti, il Sole, quando si affaccia, è schermato come quando, con un vetrino affumicato, cerchiamo di vedere una eclissi. La luna non c'e' o non si vede. Le stelle intese come oggetti celesti non ci sono, una sola ne vedo, ma nel mio cuore.
Quello che in Italia si guadagna in un anno penso possa bastare per una vita ad una intera e numerosissima famiglia autoctona. Questo ci deve far pensare a come, a quando, ci lamentiamo perche' magari nn abbiamo il telefonino di ultima generazione o il plasma do 50 pollici.
Ecco, un altra emozione o sentimento che tocchi con dito, qui è l'ipocrisia latente e serpeggiante, che abbiamo dentro di noi, qui riaffiora nella massima espressione e fa male, cavolo quanto fa male. Mi viene in mente un pensiero di Albert Einstein. Egli affermo' che un essere umano è parte della totalita' che chiamiamo universo, una parte limitata nello spazio e nel tempo. Percepisce se stesso, i suoi pensieri e i suoi sentimenti come un'entita' separata dal resto, una specie di illusione ottica della sua coscienza. Questa illusione è una prigione per noi, perche' ci limita ai nostri desideri personali e a provare sentimenti di affetto solo per quelle poche persone che ci sono piu' vicine. Il nostro compito è quello di liberarci da questa prigione, ampliando la nostra compassione, fino ad includere tutti gli esseri viventi e tutta la natura.
Gli odori, dolciastri e acri di cibo cotto, immancabili, penetranti, che sono di corollario al mio risveglio, hanno ormai preso il sopravvento, infatti mi sto già abituando. Non essendo snob e chiuso a nuove esperienze devo dire che le 'specialita' del luogo' non sono cosi' male, basta non pensare a come sono state cucinate. Banchetti di cibi cotti e crudi sul ciglio della strada, caratterizzano la via dal nome impronunciabile dove sono temporaneamente domiciliato.
Qui il sole credo sia alto, la coltre nuvolosa, presente in questa località vicino Pechino, è generata da un irresponsabile crescita economica del settore industriale. Ottimizzazione del profitto con manodopera a basso costo con dispendio di risorse fossili indicibile.
Sembra di vedere quelle illustrazioni del 1800 - 1900 della prima e seconda rivoluzione industriale avvenuta in Inghilterra. Anche qui l'effetto serra sara' sicuramente devastante. Il cielo è rosso con tonalita' di un inquietante grigio in alcune parti, il Sole, quando si affaccia, è schermato come quando, con un vetrino affumicato, cerchiamo di vedere una eclissi. La luna non c'e' o non si vede. Le stelle intese come oggetti celesti non ci sono, una sola ne vedo, ma nel mio cuore.
Quello che in Italia si guadagna in un anno penso possa bastare per una vita ad una intera e numerosissima famiglia autoctona. Questo ci deve far pensare a come, a quando, ci lamentiamo perche' magari nn abbiamo il telefonino di ultima generazione o il plasma do 50 pollici.
Ecco, un altra emozione o sentimento che tocchi con dito, qui è l'ipocrisia latente e serpeggiante, che abbiamo dentro di noi, qui riaffiora nella massima espressione e fa male, cavolo quanto fa male. Mi viene in mente un pensiero di Albert Einstein. Egli affermo' che un essere umano è parte della totalita' che chiamiamo universo, una parte limitata nello spazio e nel tempo. Percepisce se stesso, i suoi pensieri e i suoi sentimenti come un'entita' separata dal resto, una specie di illusione ottica della sua coscienza. Questa illusione è una prigione per noi, perche' ci limita ai nostri desideri personali e a provare sentimenti di affetto solo per quelle poche persone che ci sono piu' vicine. Il nostro compito è quello di liberarci da questa prigione, ampliando la nostra compassione, fino ad includere tutti gli esseri viventi e tutta la natura.
Riflettiamo gente, riflettiamo.
Qui la gente nn si ferma mai, un costante riciclo di persone riempie la strada, le case coloratissime, povere e ricche nel contempo, sembrano tutte uguali, ma nessuno è uguale e questo lo sappiamo bene. Mi andrebbe di parlare nella loro lingua, chiedere, domandare, capire conoscere i loro pensieri, le loro emozioni, chiedere un semplice ma profondo ... come stai.
I loro segni pittorici, dal significato sconosciuto, ti fanno piegare la testa da un lato, come per carpire un qualcosa di familiare, che potesse dare una spiegazione... nulla di cio' solo che sono belli a vedersi. Morirò con l'amaro di non aver capito ciò che era scritto. (magari pesce fresco).
Il mio inglese non è dei migliori, ma qui l'inglese non esiste, almeno qui dove sono ora, solo un web amico ne è costellato. I suoni delle loro parole sembrano smezzati, ma seguono un ritmo un veloce ritmo che fa' trasparire musicalità degli animi.
Una tristezza, relativa, ma sempre tristezza, pervade il mio animo. Cio' è dovuto forse alla consapevolezza di non poter tornare piu' in questi lontani luoghi. La paura dell'aereo è sicuramente piu' incisiva rispetto alla mia fertile curiosità. La quotidianita' di questo luogo arricchisce chiunque. Le statue del Dio Buddha, adornate di stralli coloratissimi con sfumature porpora ed oro, complemento onnipresente in angoli sparuti e inaspettati, sembrano infondere non solo pace e tranquillità ma anche un monito alla vita terrena. La sensazione che ci sia un qualcosa dopo la fine di questa vita qui è molto molto piu' forte.
Il rumore cadenzato di pedali della miriade di biciclette che passano sotto la finestra, non è fastidioso, anzi scandiscono il tempo come un orologio, umano.
La gente, incredibilmente sorridente, sembra abituata a questo ambiente tumultuoso. Qui si soffre, si soffre veramente. La pelle è scavata, rugosa... qui la poverta' esiste davvero in una forma sconosciuta a noi. Non credo che altrettanto sia nei loro animi, repressi, dalle vicende della vita e dai loro governi. La radio trasmette voci, alternate a musiche tutte uguali. Probabilmente non riesco a cogliere le sfumature musicali che rendono le canzoni l'une diverse dalle altre.
Pochi sono i mestieri, gente cucina, gente ricama, gente lavora in fabbriche per 16 - 20 ore, gente che si vende, dà se stessa per soldi, donne che vendono un 'gaio cesto d'amore che amor non è mai' (L.Battisti)
Le auto, strane, occidentali nessuna... secondo me sono delle caldaie a carbone ambulanti, infatti mandano fumo nero, come le ciminiere che sono visibili sull'orizzonte, (saranno forse tubi di scarico di auto gigantesche ?).
Qui kioto non esiste. Ci avvelenano. Gaia, il nostro pianeta, inteso come organismo vivente, qui soffre di piu'. Quest'angolo deve essere una delle più grandi ferite per la nostra terra.
I bambini che vediamo fermi ad i nostri semafori per pulire i vetri qui non puliscono, stanno seduti o in braccio alle mamme, sono sorridenti, taluni piangenti, taluni sporchi, taluni puliti. Sarà la conformazione degli occhi ma sembra tutti abbiano la congiuntivite.
Questo saper vivere mi fa pensare e mi basta nel contempo. "
... Non tornerò più qui...
1 commento:
Io invece dico che dovresti ritornarci... con uno spirito diverso da quello con cui ci sei andato per la prima volta...
Mai dire mai... :-)
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