venerdì 22 giugno 2007

La Verruca...

Le verruche erano conosciute dagli antichi greci e romani e in alcuni scritti del 30 a.c. Aulo Cornelio Celso già parla di manifestazioni, simili a porri, che possono far pensare alle verruche. La loro identificazione come infezioni trasmissibili per contagio avvenne, però solo alla fine di questo secolo, mentre l’agente che ne è la causa, il virus papilloma, fu isolato nel 1949 e, qualche anno dopo caratterizzato come virus DNA doppia elica della famiglia dei Papillomavirus . Oggi si calcola che a soffrire di verruche è quasi il 7 per cento della popolazione.
(fonte ttp://www.dermaclub.it/)
Ebbene si sono stato colpito in data imprecisata da questo Papillomavirus di tipo 1.
Se si legge su internet qualcosa sulle malattie, state sicuri che quello pubblicato mette tutto un inquietudine clamorosa. Leggendo qua e la in siti di medicina, ho scoperto man mano di avere tutte le malattie di questo mondo e come, citato in 'Tre uomini in barca", effettivamente le uniche malattie che non ho contratto è stato il ginocchio della lavandaia o una vulvovaginite.
Ciò che scrivo potrà indurre a pensare che sono un ipocondriaco o come una ex amica tedesca disse "ipocondro". Non credo di esserlo...
Bene, una settimana fà ho fatto una visita ad i Nevi (Nei nel linguaggio comune) e lo zelante dermatologo del San Gallicano, dopo aver fotografato con un software niente male quattro o cinque nei, mi ha controllato sotto il piede e mi ha detto: "aaaahhh qui c'e' una verruca plantare bisogna toglierla subito", prodigo mi ha compilato l'impegnativa per la "Rimozione Criogenica" della povera verruca ignara. Povera verruca sì... dopotutto non mi ha mai dato dolore o problemi, se ne stava li sola soletta in pace e magari si mangiava anche un po di lipidi del mio grasso corpo. L'unico fastidio era quando con la spugna strumento indispensabile della doccia mattutina, la accarezzavo come un nuovo personaggio che dipendeva unicamente dagli "abbacchi, bistecche e tramezzini" che mi mangio sicuramente ogni tanto, il fastidio era come un granello di sabbia sotto il piede... niente di più.
Finita la visita ai Nevi, mi dirigo con il solito spaesato fare, verso un ufficio informazioni sano ed efficiente, ritiro il biglietto per la coda "397". Disperato dalla triste notizia appresa dal tabellone a led rossi che indicava il numero "324", mi metto seduto e aspetto. I sportelli erano sette, e nel giro di venticinque minuti, compreso il gesto educato di lasciare posto e numero della fila ad una signora anziana, l'appuntamento per il 15 c.m. è stato prenotato.
Qui inizia il casino... appena tornato a casa, mi accorgo che per il 15 non era possibile fare nulla. Telefono al numero di prenotazione unica (CUP) 803333. Un'odissea... La prima "operatrice" affermava che l'impegnativa ormai era scaduta... (ad ogni prenotazione, ci vuole una nuova impegnativa almeno così adducevano), un'altra che non si poteva riprenotare perchè bisognava aspettare che il sistema centrale registrasse l'assenza il giorno prestabilito. Mi arrabbio con la terza operatrice affermando che l'impegnativa andava bene e che questo intervento era demandabile a data da destinarsi.
Vengo prenotato per il 21 c.m.
Inutile dire le peripezie per raggiungere l'ospedale con Ricky. Traffico tentacolare sul raccordo anulare, (permettetemi la rima), arriviamo, parcheggiamo solo, a circa cinquecento metri di distanza. Arrivo per pagare il ticket, bancomat non funzionante, ricerca di spicci tra bar e persone in fila. Terminata questa via crucis, mi dicono "segua la linea Blu, prenda l'ascensore I o L o H. " seguo la linea arrivo all'ascensore tre. Come tre ? ascensore tre ? la linea seguita era la celeste scuro e non la blu. Pensate ad un daltonico, come avrebbe fatto ? . La linea Blu era dall'altra parte dell'androne gigante.
Arrivo alla sala d'aspetto e dopo una buona ora e mezza di attesa mi chiama il dottore "Si sieda sulla poltrona BLU, per me ce n'era una rossa e una quasi nera.
Non sono daltonico a meno che non lo sia diventato oggi e sia terminato appena uscito dall'ospedale. Sto blu oggi m'ha stressato.
Mi metto seduto sulla poltrona e il piede sul lettino. Come un contorsionista ci riesco in maniera goffa, poco decisa. Il medico compiacente e anche di una certa età con un inflessione un pò bisex mi spiega cosa succederà e nel mentre si prodiga in questo rapporto medico-paziente, la verruca sta urlando, lo so che sta chiedendo il piede e pietà. Dopo circa dieci minuti mi rimetto il fantasmino, la scarpa, e appena appoggio il piede per terra un dolore di ustione da sigaretta si irradia su tutta la pianta.
Zoppicando vistosamente e ritirato il certificato per il lavoro, e con un essere agonizzante con morte certa sotto il piede. Me ne vado a casa.
Povera verruca indifesa.
P.S. il 12 devo fare la visita per accertarsi se i soldi spesi per l'annuncio mortuario della verruca sono stati spesi bene oppure ancora una parte di lei è viva.

2 commenti:

Stella ha detto...

Era ora che attivassi i commenti, almeno posso imbrattare bene bene anche questo blog, olre che il mio...

Brutte bestie le verruche....una volta mio fratello ne aveva una al polso, proprio dove si mette l'orologio, però non si è operato, si è messo una cosa strana e gli è caduta sola...

Resta il fatto che non ho capito come ha fatto a prenderti la vulvovaginite se ti manca l'organo... mah...

Visto il caos che c'è voluto per prenotare, arrivare, toglierla, tornare... giuro io me la sarei tenuta...

E se il 12 quando vai per la visita ancora è la, io fossi in te chiederei l'amputazione del piede... faresti decisamente prima...


Baciotti

Stella ha detto...

Ve bene correggiamo:

"Resta il fatto che non ho capito come ha fatto a prenderti la vulvovaginite se ti manca l'organo... mah..."

Ho detto una fregnaccia perchè ho letto male...

Leviamo sto pezzo.