domenica 21 ottobre 2007

Il Treno

Sono ormai anni che usufruisco, quotidianamente, dei treni delle Ferrovie Italiane. In questi ultimi tempi, per motivi vari, ho usufruito di tratte a lunga percorrenza. Il malessere che affligge questo tipo di trasporto è multifattoriale. E per questo, come il cancro, sarà difficilmente eradicato.

Premetto che non intendo attribuire completamente la colpa all'ente TreniItalia.

Racconto brevemente ciò che si ripete, ogni sacrosanta mattina, pomeriggio e sera, di quello che succede a me, a te, a noi che utilizziamo il suddetto mezzo di locomozione, premettendo che a fascia oraria che frequenti, anche differenti caratteristiche balzano all'occhio più indifferente.

L'andirivieni dei treni, scandito in base all'orario ufficiale delle ferrovie, dovrebbe essere ogni 15 minuti, (mezzora in piu' mezzora meno). Il ritardo sintomatico, che ormai affligge questa e a sentir dire, tutte le altre tratte d'Italia, è quasi inconcepibile. Molti treni "nascono" da Roma termini, e partono in ritardo, dopo 14 km e una sola fermata, un ritardo di 5 minuti diventa di 20, a fronte di una "percorrenza" ufficiale di 20 minuti. Quindi per arrivare alla stazione ferroviaria, il treno, ci mette esattamente il doppio. Come fare Roma napoli invece che in due ore, in quattro.
Le interviste che mi sono permesso di fare ai "controllori", (quasi sempre assenti), o al capotreno, implicano la colpa ai passeggeri che ci mettono troppo a salire o a scendere dal mezzo.
Non voglio commentare simili affermazioni.

Le fermate sulle tratte sono al massimo quattro, effettivamente ci vuole un pochino per salire, nelle ore di punta, infatti come tanti pezzi del tetris, incastoniamo tra di noi zaini, mani, valige borsette e portatili. Non oso pensare se, qualcuno ignaro, ha usufruito della toilette di questi treni regionali.

Ma non sono qui a scrivere per parlare del disservizio, ma dell'abitante del treno. Ovvero tutto cio' che ne consegue da un'attenta osservazione di abitutini, paranoie, fisime che ognuno di noi ha, non ultimo l'onnipresente egoismo che talvolta accomuna ognuno di noi.

La distinzione, o meglio la major categoria è quella tra "viaggiatori" di breve tratta e quelli di lunga.

Segue poi le sottocategorie Manager vs. Operaio/Impiegato.

Ulteriore sottocategoria dell'Operaio/Impiegato è straniero, non straniero.

Mi levo subito da davanti quelli di lunga tratta. Entrano tutti compiti, difficilmente vestiti male, è piu' facile su questi treni catturare un sorriso, o vedere una faccia leggermente piu' rilassata. Anche l'operaio che si rechera' a Milano per affiggere il volantino ci apparirà "diverso". Tutti hanno però l'atteggiamento da semimanager, e quello pratico, lo vedi da come cerca il posto a sedere. L'abituato, guarda solo due volte la numerazione dei posti, se non addirittura fa il calcolo dei sedili, arriva spavaldamente, si blocca di colpo, fermando la fila, si svuota le tasche, telefonini, almeno tre, immancabile Sole 24 ore, valigetta con centomila fogli, che danno piu' sensazione di importanza che di reali contenuti. Finito ciò con destrezza, alla Matrix colloca la valigia sul ripiano in alto.


Il Lunga tratta poco pratico, lo identifichi esattamente dal contrario. Blocca la fila appena salito, chiede insistentemente se il numero della carrozza è quello giusto, non capisce quasi mai la numerazione dei posti rispetto alla prenotazione, non conosce, se il suo posto è vicino al finestrino o lato corridoio. Non ha giornali o quotidiani, (spera sempre in un omaggio invito alla lettura), al massimo una settimana enigmistica, una cocacola e un tramezzino dentro una busta di carta bianca. A lui, se non dorme, il treno non gli passerà mai a meno che non prendera' in mano il gioco contenuto nel suo telefonino e con il rumore dei tasti, si stordira' o ci stordira' bene bene.

Però attenzione... a tutti accomuna un elemento.

La suoneria maledetta del cellulare, complemento del timbro vocale altissimo che ogni sacrosanto viaggio ci riserva nel massimo del suo rumore e rottura di ...

Nulla vale l'avviso di parlare con un tono di voce basso, e di diminuire il volume, o addirittura di annullare, le suonerie dei 150 telefoni a fronte di 60 passeggeri. Sapete perchè ? ce lo spiega Einstein, purtroppo tutto è relativo.

Quale buon e miglior momento per scegliere o scaricare l'ultima suoneria, visto che stiamo sul treno e il tempo deve pure passare ? Quale miglior momento di provare la combinazione suono/tasto e crearsi una melodia personalizzata sul treno.

La signora mezzza sorda che ha la suoneria al massimo, essendo appunto sorda, il telefono è basso, quindi a lei l'avviso non la colpisce. Il signore che ha la suoneria a 120, per lui non è alta, senno' l'avrebbe abbassata anche fuori dal treno, quello che ce l'ha a zero o bassissima, è un povero cristo, non sentirà mai il suo telefonino. L'ultimo è il personaggio che si adegua, tutti hanno la suoneria alta e io la metto ancora piu' alta.

Bene a tutti questi fantastici personaggi, auguro la cosa più cattiva che si può augurare, "ve potesse scoppia' un dente, vi odio, magari crepate sommersi da centomila altoparlanti che emettono pianti lancinanti di bambini, ve lo meritate egoisti del c.... , aggiungendo inoltre che tali telefonisti, non sapranno mai cosa i partners stanno facendo.

Ben diverso è l'ambiente proletario delle brevi tratte.

Manager impiegati operai, tutti uguali, sopratutto all'arrivo a destinazione alla mattina. Giacche che ricordano vagamente un'avvenuta stiratura, camice stessa sorte, ragazzi, più furbi, che hanno ottimizzato, non stirandole proprio. I cellulari, suonano, ma fortunatamente con un suono ovattato, infatti nessuno riesce a tirarli fuori dalla borsa, tasca, zaino. A quello che lo ha in mano, non squilla mai, sempre per la famosa legge della relatività. I visi dei "pendolari" sono già stanchi di prima mattina, già pesa tutto, è normale, la prima cosa che vorresti fare appena arrivato a lavoro è quello di farti una doccia e stenderti sul letto, ma non è cosi. Si intravedono i giovani studenti e dai loro visi si capisce subito se hanno un esame o un compito in classe.
Pero' il pendolare è anche egoista. E' il classico tipo che se trova un posto a sedere con uno vuoto attiguo, ci parcheggia inesorabilmente la valigetta, il borsello o lo zaino. Quando, gli chiedi di spostarlo, per metterti seduto, (con diritto acquisito dato che hai l'abbonamento o il biglietto), ti guarda con un aria scocciata, quasi di sufficienza, pensando tra se questo proprio qui, dopo una giornata di lavoro, si vuole mettere seduto).
Allo straniero e anche dell'extracomunitario, dedichero' un post tutto per loro.
Sui treni regionali, si assiste ad una sintomatica mancanza di pulizia, che a torto, viene interpretata come autorizzazione a sporcare di piu', (cosi' magari puliscono prima), ma ricordiamoci che la sporcizia, viene anche e sopratutto generata da noi. La prossima volta che vedete il solito ragazzetto che si sdraia sul sedile e poggia i piedi su quello davanti, senza nemmeno poggiare un giornale sotto le sue scarpe, o quello che fumando sulla porta del treno, getta la sigaretta sul gradino stesso, o quello che mangia e sbriciola tutto, lasciando cartacce, pezzi di panini e lattine, non prendiamocela solo con trenitalia, prendiamocela anche con noi stessi.

mercoledì 10 ottobre 2007

Al di sopra di ogni sospetto.

Ricordo ancora quel giorno. Difficilmente assumo un aria di superficialità, quel giorno lo feci. Avete presente quando una persona snob “guarda” qualcuno ? bene, proprio questo è stato il mio atteggiamento. Essendo raro questo mio comportamento, mi rendo immediatamente conto di ciò che sto facendo, l'espressione che assumo, e automaticamente scatta un esame interiore. E’ uno stato d’animo che mi pervade quando "devo" difendermi, non so da chi o da che cosa, ma capita. Probabilmente, credo sia una forma di timidezza latente, ereditata dagli albori della mia vita, quando guardavo qualcuno, qualcuna, che a senso, non mi avrebbe mai parlato ne tanto meno considerato.

Questa è stata la prima impressione della persona di cui racconterò in seguito.

A caratteri generali, fortunatamente, le cose sono cambiate, decisamente in meglio, la superficialità infantile degli antagonisti spesso e volentieri ha lasciato posto alla razionalità e alla voglia di conoscenza, di conoscersi, di condividere, stati mentali, emozioni con qualcuno.

Qualche volta il demone ritorna.

In risposta alle facili lauree che ormai affliggono il sistema universitario italiano, sono stato costretto ad iscrivermi ad un master, più per riemergere dal substrato dei lupi colti (quinquennali, triennali,biennali e addirittura annuali), che per interesse.

L’ambiente del master, a tratti freddo e riservato, a tratti caldo e amichevole. Quando era accogliente, mi sembrava si basasse su enormi personaggi che paventavano una falsità di quelle rare. Tra i tanti, non posso non citare un buffissimo personaggio, pseudo militare, che si vantava di avere conseguito un numero imprecisato di “specializzazioni”, classica persona stancante che in tutte le classi è sempre presente, con la domanda sciocca o ovvia sempre pronta, che suscitava una ilarità generale, soffocata dal buon senso che ci accomunava. Qualche vamp esemplare vestita di tutto punto, talvolta con acconciature da cartone animato manga, sempre attenta, si accomodava sulla sedia davanti al docente. Immancabili la presenza di “Dottoresse” varie, snob, dalla facile parlantina durante le lezioni, e non ultimo le bionde ossigenate che “se la tiravano”, non posso esimermi di ricordare il giornalista polemico e petulante, sempre in rivolta con qualsiasi pensiero, uno di quei tipi che lo saluti più per non calpestargli i piedi, che per cortesia. Tutti questi personaggi, intervallati da qualcuno anonimo, di certo non aiutavano a rendere piacevole il venerdì pomeriggio e il sabato mattina.
A dir il vero io ed un altro collega, molte volte, “marinavamo” l’ambiente, a causa di impegni lavorativi non posticipabili.

Fu in una di queste lezioni la mia attenzione fu catturata da una persona “particolare”. In prima battuta, sembrava uguale, ma in quel momento, la noiosa lezione, mi fece osservare, con spirito meno critico e sicuramente meno predisposto, il “soggetto femminile”. Aveva un paio di pantaloni neri, una camicetta bianca, con sopra un maglioncino di cotone anch’esso nero, scarpe con tacco, un leggero velo di matita nera sui sopracigli, forse un pochino di terra rossa sulle guance, un rossetto rosso non troppo acceso. Era solamente l’anticipo di una serie di vestiti sobri da donna, mai volgare, mai fuori posto. Ebbi modo durante le brevi pause di tabacco e caffè, di incominciare a “studiare” in maniera meno superficiale, anche il suo carattere, o, almeno ciò che traspariva, dato che la spontaneità era davvero spensierata. Sembrava l’unica vera persona presente..
Sicuramente ebbi modo più di una volta di confermare l’idea positivista che mi ero fatto. Infatti i tratti che la rendevano differente dagli altri personaggi, più o meno presenti, era il comportamento simpatico e spontaneo, effervescente, brioso, sempre “condito” da un sorriso sano, a dir il vero talvolta alla “Sandra Bullock”.

Una pura agitazione, veicolata da una voglia innata di non “rimanere con le mani in mano”, un raro stile di intraprendenza, credo, siano i lati che più sottolineano la sua unicità. Malgrado anche le serie espressioni, ad esempio il momento della discussione dell’elaborato, avevano un non so che di particolare.

La non sempre puntualità nel frequentare le lezioni, permetteva, di osservare le sue movenze, il suo look, appena entrava dalla porta dell’aula. Riuscivo ad osservare pur rimanendo nell’ombra, essendo sempre seduto nelle ultime file.

Una domanda di informatica, e a complemento, un espressione del viso, con un velato maquillage, mi fu posta da lei, la mia disponibilità fu suffragata dallo scambio di e-mail. Con una promessa di aiuto, poi esaudita sul filo del rasoio.

Fortunatamente, non rimane un solo lontano, piacevole, ma non flebile ricordo

Questa estate, mentre sfruttavo i giorni della meritata vacanza, ho ricevuto una e-mail da parte sua, relativa ad una rappresentazione teatrale che è stata rimandata troppe volte, ne sono seguite almeno altre tre. Una suoneria silenziosa di un cellulare è stata tiranna, e non ci ha permesso di rivederci, ma sono convinto che un giorno di questi prenderemo un caffè insieme.

Saluti.

lunedì 1 ottobre 2007

"Una goccia nel mare per la Birmania"

Nota: questo è un nuovo tipo di protesta on-line che usa i blog per diffondere una petizione a livello globale. Per partecipare, aggiungi il tuo blog seguendo le istruzioni che troverai in questo post.Questa non è una questione di partiti politici, questo è un problema di diritti umani basilari e democrazia.Per piacere aiutate a prevenire una tragedia nella Birmania/Myanmar aggiungendo il vostro blog e chiedendo ad altri di fare lo stesso. Facendo circolare questo meme attraverso la blogosfera probabilmente potremmo portare più sensibilità sul problema ed evitare una seria tragedia. Come cittadini del mondo, questo è qualcosa che i blogger possono fare per aiutare.Come partecipare.
1. Copiare questo intero post nel tuo blog, compreso questo numero: 1081081081234;2. Dopo alcuni giorni puoi cercare su Google il numero 1081081081234 per trovare tutti i blog che partecipano a questa protesta e petizione.Nota: Google indicizza i blog a differenti livelli, per cui è possibile che ci voglia più tempo perché il tuo blog appaia tra i risultati. Indipendentemente dalla traduzione il numero rimane identico e perciò valido.
La situazione nella Birmania/Myanmar e perché ci riguarda tutti.Non c’è libertà di stampa nella Birmania/Myanmar e il governo ha incominciato a bloccare Internet e altri mezzi di comunicazione, per cui è difficile ottenere le notizie dall’esterno. Singole persone sul campo stanno mandando i loro comunicati alla BBC e sono sconcertanti.La situazione nella Birmania/Myanmar è sempre più pericolosa. Centinaia di migliaia di protestanti pacifici e disarmati, compresi monaci e monache, stanno rischiando le loro vite marciando per la democrazia contro una dittatura impopolare, ma ben armata che non si fermerà pur di continuare il suo dominio repressivo. Mentre i generali al potere e le loro famiglie sono letteralmente grondanti di oro e diamanti, la popolazione della Birmania/Myanmar è impoverita, privata dei diritti umani basilari, tagliata fuori dal resto del mondo e sempre più sotto la minaccia della violenza.Questa settimana la popolazione della Birmania/Myanmar si è sollevata collettivamente nella più grande dimostrazione pubblica contro la dittatura militare dominante da decenni. È una dimostrazione di coraggio, decoro e democrazia attiva sorprendente. Ma nonostante queste proteste siano pacifiche, i despoti militari stanno incominciando a reprimerle con la violenza.
Ci sono già state almeno alcune morti confermate, e centinaia di feriti gravi causati dagli scontri tra soldati e cittadini disarmati.In numero attuale di vittime e feriti è probabilmente di gran lunga peggiore, ma le uniche notizie che abbiamo vengono da singole persone che riescono a far passare i loro resoconti attraverso il cordone imposto dalle autorità. Sfortunatamente sembra che presto potrà esserci un bagno di sangue su larga scala, e le vittime saranno per lo più donne, bambini, gli anziani e i monaci e monache disarmate.Contrariamente a quello che i governi birmano, cinese e russo hanno affermato, questo non è solo un problema di politica interna, è un problema di importanza globale e colpisce la comunità globale. Come cittadini interessati non possiamo permettere che qualunque governo, in nessun luogo al mondo, usi la sua forza militare per attaccare e uccidere cittadini disarmati che stanno dimostrando pacificamente.In questi tempi moderni, la violenza contro civili disarmati non è accettabile e se è permesso che accada, senza serie conseguenze per i suoi perpetratori, questo crea un precedente perché succeda ancora da qualche altra parte. Se vogliamo un mondo pacifico, spetta ad ognuno di noi opporre resistenza personalmente contro questi problemi fondamentali, dovunque essi si presentino.
Per piacere unitevi a me nel chiedere al governo birmano di negoziare pacificamente con i suoi cittadini, e alla Cina di intervenire per prevenire ulteriore violenza.
E per piacere, aiutate a sollevare l’attenzione degli sviluppi della Birmania/Myanmar così che sia possibile evitare un disastro umano su larga scala.Grazie.