Il tramonto si stava affacciando sulla baia, il panfilo ormeggiato alla mia destra era osservato da più di un passante, maestoso e bello rendeva più accattivante il posto. Sembrava una serata come tante, ma così non fu. Nella piazzetta, centrale denominata Piazza delle Cinque Terre, gestita interamente nei suoi servizi da tale Enea Lobo, si respirava aria di mare. Le panchine poste tatticamente, sul lungo mare erano distanziate l’une dalle altre di qualche metro. La pavimentazione, di un rosso di Siena spento, terminava con una ringhiera in ferro battuto, per proteggere i passanti da eventuali cadute in un mare poco profondo e sempre calmo. Il rumore dei flutti, alquanto reale faceva compagnia a tutti noi, i colori del cielo, pulito e perfetto, si fondevano gli uni con gli altri. Un annuncio insolente e cadenzato, destava ogni tanto l’attenzione di qualche passante. Raccomandava di non usare armi, di non fare chiasso e di non disturbare, giustamente, gli altri.
Alle mie spalle uno stand della Mondadori con il suo banner pubblicitario senza fine, ricordava le pubblicazioni informatiche della casa editrice.
Le Cinque Terre era un luogo particolare, permetteva facili guadagni, solo standosene seduti a guardare il mare o la pubblicità elettronica dei vari stands. I passanti, velocissimi, ed alcuni con atteggiamento furtivo, si avvicendavano, correvano per accaparrarsi il posto, appena liberato, su una di queste sei panchine. L’ambiente bello, curato, era ed è tutt’ora rovinato dall’interesse economico, gente seduta, di molte nazionalità sembrava assorta in altre faccende, e praticamente non aveva attitudine al dialogo.
E’ in questi posti, sopratutto quando seduti, che ognuno di noi si guarda in tasca, verifica il proprio inventario e incomincia, prosegue o termina, la sistemazione degli oggetti raccolti in giro per le lande che ha precedentemente visitato.
Mentre procedevo nella ‘manutenzione’ del mio inventario, ascoltavo i pochi dialoghi della gente vicina. La lingua preminente alle Cinque Terre è l’italiano, ma spesso gruppi parlanti Francese, Tedesco, Inglese nella maggior parte, vengono a fare visita e magari trovare un posto a sedere per poter guadagnare qualcosa.
Maschi ben vestiti, curati e dal fisico perfetto, si sposano con l’ambiente, ma non tutti, si possono trovare anche persone con aspetto obeso e mal vestita. Quasi mai, si vedono femminucce non curate. Anzi, i colori sgargianti, le minigonne da urlo, perizomi, giarrettiere e acconciature splendenti sono la normalità.
E’ facile però scambiare escort per gente comune o gente comune da escort.
Appena conosco qualcuno o qualcuna, compilo immediatamente una scheda, per catalogarli, potrebbe infatti essere utile quando si rincontra. E’ una feature che uso spesso, infatti la sensazione che dai all’interlocutore, quando ci riparli, è particolare. Lo fai sentire quasi unico per te. Questo fa molto piacere alle donne.
Ovviamente essendo maschietto, l’attenzione verte sulle donne. Quando passano, cerchi rapidamente di capire, in base al nome e al cognome, che le identifica univocamente, di che nazionalità sono e soprattutto se parlano una delle mie lingue conosciute, italiano, inglese, francese, un attimo di tedesco e spagnolo.
Quella sera, un membro della famiglia Choice, si aggirava baldanzosa e senza meta nello slargo tra le panchine e lo stand della Mondatori. Le scarpe con i tacchi a spillo, le gambe slanciate, i capelli biondi, lunghi, raccolti all’altezza delle tempie da due fili, (sempre di capelli), che orizzontalmente partivano dalla frangia davanti per terminare ad una cipolla dietro, occhi da urlo, carnagione chiara, vestito scuro, con maglietta senza eccessivo decolté ma gonna che meritatamente faceva cadere l’attenzione sulle gambe.
Inutile negare, l’attrazione fisica, per tutti, maschi e femmine, è la prima clausola per poter iniziare un dialogo senza essere presentati.
Osai comunque. Il suo nome era Perla.
Rapidamente guardai il suo decolté, i suoi orecchi, le sue dita, e non trovai nessun oggetto ornamentale, collana, orecchino, anello, braccialetto fatto del materiale del suo nome. Ovvero di perle. Cercai nell’inventario in maniera rapida ed efficiente, correttamente suddiviso in aree tematiche, trovai degli orecchini. Non conosco la natura di quest’oggetto se di fiume o di mare, fatto sta che gli dissi “una ragazza con un nome così, non può non avere due orecchini di perle !”. Lei sorrise e accettò il mio regalo, fatto con il cuore. Senza dargli possibilità di replicare, gli regalai anche una rosa rossa, inappropriata per il linguaggio dei fiori, ma era l’unico fiore che avevo a disposizione. Incominciammo a parlare, malgrado, un altro personaggio, non era troppo contento della mia intrusione.
Incominciai a fare delle domande classiche da quelle parti, nel frattempo prendevo appunti per riempire la sua scheda. Dopotutto la mia presenza da queste parti è di fare la maggior parte di Public Relation per l’attività che dovremo aprire a breve, nelle immediate vicinanze delle Cinque Terre.
Infatti, nelle inaugurazioni, più persone ci sono e più ovviamente, si ha la possibilità di farsi conoscere con il passaparola.
Gli chiesi di includerla nella lista delle amicizie. Accettò cordialmente. Dopo un rapido saluto, con un arrivederci, ci congedammo entrambi. Iniziò uno scambio di messaggi e di saluti, non ultimo, da parte mia di cedere il posto di una delle tante panchine. Iniziammo un dialogo formale, scherzoso. Ci studiavamo. (segue)
Alle mie spalle uno stand della Mondadori con il suo banner pubblicitario senza fine, ricordava le pubblicazioni informatiche della casa editrice.
Le Cinque Terre era un luogo particolare, permetteva facili guadagni, solo standosene seduti a guardare il mare o la pubblicità elettronica dei vari stands. I passanti, velocissimi, ed alcuni con atteggiamento furtivo, si avvicendavano, correvano per accaparrarsi il posto, appena liberato, su una di queste sei panchine. L’ambiente bello, curato, era ed è tutt’ora rovinato dall’interesse economico, gente seduta, di molte nazionalità sembrava assorta in altre faccende, e praticamente non aveva attitudine al dialogo.
E’ in questi posti, sopratutto quando seduti, che ognuno di noi si guarda in tasca, verifica il proprio inventario e incomincia, prosegue o termina, la sistemazione degli oggetti raccolti in giro per le lande che ha precedentemente visitato.
Mentre procedevo nella ‘manutenzione’ del mio inventario, ascoltavo i pochi dialoghi della gente vicina. La lingua preminente alle Cinque Terre è l’italiano, ma spesso gruppi parlanti Francese, Tedesco, Inglese nella maggior parte, vengono a fare visita e magari trovare un posto a sedere per poter guadagnare qualcosa.
Maschi ben vestiti, curati e dal fisico perfetto, si sposano con l’ambiente, ma non tutti, si possono trovare anche persone con aspetto obeso e mal vestita. Quasi mai, si vedono femminucce non curate. Anzi, i colori sgargianti, le minigonne da urlo, perizomi, giarrettiere e acconciature splendenti sono la normalità.
E’ facile però scambiare escort per gente comune o gente comune da escort.
Appena conosco qualcuno o qualcuna, compilo immediatamente una scheda, per catalogarli, potrebbe infatti essere utile quando si rincontra. E’ una feature che uso spesso, infatti la sensazione che dai all’interlocutore, quando ci riparli, è particolare. Lo fai sentire quasi unico per te. Questo fa molto piacere alle donne.
Ovviamente essendo maschietto, l’attenzione verte sulle donne. Quando passano, cerchi rapidamente di capire, in base al nome e al cognome, che le identifica univocamente, di che nazionalità sono e soprattutto se parlano una delle mie lingue conosciute, italiano, inglese, francese, un attimo di tedesco e spagnolo.
Quella sera, un membro della famiglia Choice, si aggirava baldanzosa e senza meta nello slargo tra le panchine e lo stand della Mondatori. Le scarpe con i tacchi a spillo, le gambe slanciate, i capelli biondi, lunghi, raccolti all’altezza delle tempie da due fili, (sempre di capelli), che orizzontalmente partivano dalla frangia davanti per terminare ad una cipolla dietro, occhi da urlo, carnagione chiara, vestito scuro, con maglietta senza eccessivo decolté ma gonna che meritatamente faceva cadere l’attenzione sulle gambe.
Inutile negare, l’attrazione fisica, per tutti, maschi e femmine, è la prima clausola per poter iniziare un dialogo senza essere presentati.
Osai comunque. Il suo nome era Perla.
Rapidamente guardai il suo decolté, i suoi orecchi, le sue dita, e non trovai nessun oggetto ornamentale, collana, orecchino, anello, braccialetto fatto del materiale del suo nome. Ovvero di perle. Cercai nell’inventario in maniera rapida ed efficiente, correttamente suddiviso in aree tematiche, trovai degli orecchini. Non conosco la natura di quest’oggetto se di fiume o di mare, fatto sta che gli dissi “una ragazza con un nome così, non può non avere due orecchini di perle !”. Lei sorrise e accettò il mio regalo, fatto con il cuore. Senza dargli possibilità di replicare, gli regalai anche una rosa rossa, inappropriata per il linguaggio dei fiori, ma era l’unico fiore che avevo a disposizione. Incominciammo a parlare, malgrado, un altro personaggio, non era troppo contento della mia intrusione.
Incominciai a fare delle domande classiche da quelle parti, nel frattempo prendevo appunti per riempire la sua scheda. Dopotutto la mia presenza da queste parti è di fare la maggior parte di Public Relation per l’attività che dovremo aprire a breve, nelle immediate vicinanze delle Cinque Terre.
Infatti, nelle inaugurazioni, più persone ci sono e più ovviamente, si ha la possibilità di farsi conoscere con il passaparola.
Gli chiesi di includerla nella lista delle amicizie. Accettò cordialmente. Dopo un rapido saluto, con un arrivederci, ci congedammo entrambi. Iniziò uno scambio di messaggi e di saluti, non ultimo, da parte mia di cedere il posto di una delle tante panchine. Iniziammo un dialogo formale, scherzoso. Ci studiavamo. (segue)
1 commento:
Non ti copio orso, anche io sto scrivendo il racconto... non c'è pericolo che scrivo bene come te.
Spero di sapere esternare anche io le emozioni di quelli'incontro, unico e sicuramente irripetibile.
bacio.
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