venerdì 7 settembre 2007

La 500

Questa estate mentre scorrazzavo sulla litoranea di una bellissima regione italiana, lo sguardo si è postato su un autoveicolo strano, che ricordava vagamente una Fiat 500. Mi sono fermato, l'ho osservata con attenzione.
Fichissima, costa molto, è riservata ad una fascia medio alta. Credo la compreranno comunque in molti, sopratutto i nostalgici.

Di cinquecento in famiglia ne abbiamo avute tre. Tutte gloriose. La prima, che non ho mai visto, se non in foto, ha fatto per circa tre anni, una volta al mese, un viaggio di andata e ritorno da Cosenza a Massa Carrara. Infatti mia mamma lavorava a Massa, mio padre a Cosenza. A quei tempi, non esisteva la Salerno Reggio Calabria e nemmeno la Roma Napoli quindi il viaggio durava anche due giorni.

La fedele 500 morì di vecchiaia e fu sostituita da una fiat 127 celestina (ricordo anche la targa), 900 di cilindrata che faceva 140 Kmh.

Ma nel cuore rimase la piccolina della Fiat.

Appena le finanze familiari permisero l'acquisto della seconda auto, sia per ragioni economiche sia per la nostalgia, fu acquistata la cinquecento bianca. Questa me la ricordo. Sedili in finta pelle rossa, il clacson di plastica con la scritta Fiat color cromo su sfondo rosso e il volante gigantesco nero con uno spacchetto al centro per compensare l'espansione termica della plastica, (o forse era solo rotto), il tettucco nero apribile e sopratutto il deflettore laterale triangolare che aveva una chiavetta per aprirlo e chiuderlo. In quel periodo, l'auto utilitaria, più ambita, era la Mini Minor.

Con la 500 mia mamma andava avanti e indietro con l'ufficio, (fu trasferita a Roma), e mi accompagnava all'asilo che per motivi logistici era molto vicino alla sua sede di lavoro.
Non ricordo che fine fece questa 500 bianca, ma quella blù che succedette, era fantastica. Versione De Luxe, aveva i paraurti cromati con delle rifiniture bellissime. Le maniglie apriporta erano anch'esse cromate l'interno nero, che si scaldava molto sotto il sole. All'interno, per quanto mi ricordo non era variato molto, sia il clacson, (gioia e delizia di ogni bambino), che il volante erano uguali. La caratteristica che mi è sempre piaciuta di questa utilitaria, era il sistema di accensione, mettevi la chiave, la giravi e poi tiravi una delle due levette dietro il cambio. L'altra era l'aria motore.

Mamma guidava, (e guida), come una pazza. Ricordo su lungotevere, davanti al tempio di vesta, nelle vicinanze dell'anagrafe, si ruppe il clacson, ed io, ometto della famiglia, (nel frattempo era nata mia sorella), mi diedi da fare aprendo il tettuccio e gridando Piiiii Piiii per simulare un suono riconducibile al segnalatore acustico stesso.

Mia madre mi sorrise più di una volta.

Ora la 500 è tornata tra noi è bella ma non uguale, lettore mp3 e climatizzatore la rendono più accattivante per le nuove generazioni, più al passo con i tempi, più sicura, più comoda, ma non è la stessa.

Una vecchia 500 è parcheggiata sempre sotto casa, tirata a lucido, è dei miei vicini. Semmai un giorno se la daranno via, la regalerò a mamma.

Piiiiii Piiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

1 commento:

Stella ha detto...

Mi hai ricordato le due vecchie auto di mio papà, la fiat 127 e la fiat 850, quest'ultima, color celeste, con i sedili in pelle rossa...
Cavolo che ricordi, l'ha tenuta, la 850, fino a quando mi sono fatta la comunione io, nel 1989...
Bravo, come sempre.